
Bosa durante il Medioevo, tra incursioni Arabe e l'invasione degli Aragonesi
il Medioevo di Bosa è stato segnato dalle incursioni degli Arabi e, successivamente, dalla guerra interminabile tra il Giudicato di Arborea e gli Aragonesi, impegnati a contendersi lo strategico castello dei Malaspina a Serravalle. Interessante l'esistenza di un libero comune regolato da statuti
L’alto Medioevodi Bosa fu caratterizzato da un lato
dal fiorire della cultura Bizantina e dall’altro dalle scorrerie di predoni
Arabi provenienti dal Nordafrica: tale piaga non le impedì di essere capoluogo
della Curatoria di Planargia e sede vescovile ma tuttavia nel corso dei secoli
ci fu un graduale trasferimento della popolazione sulla riva destra del fiume,
accresciuto dopo la costruzione del castello dei Malaspina a Serravalle, tra il 1112 e il 1121.
All’inizio del Trecento, i venti di guerra tra la potente
famiglia dei Malaspina e gli Aragonesi iniziarono a spirare con sempre maggior vigore: il 2 novembre 1308, Moruello,
Corrado e Franceschino Malaspina cedettero il castello di Bosa a Giacomo
II di Aragona e alcuni anni dopo la struttura fu affidata a Pietro Ortis con il benestare degli
iberici e del Giudicato di Arborea. Per tutto il secolo, la roccaforte fu al
centro di arditi complotti e giochi di palazzo a causa della sua enorme
importanza strategica, passando di mano varie volte tra esponenti delle due
potenze fino alla battaglia di Sanluri del 1409 che decretò il trionfo definitivo degli Aragonesi.
Un elemento di indubbio interesse è costituito dall'esistenza
di un libero comune di Bosa,
corrispondente all’attuale quartiere Sa Piatta, distinto dalla zona del
castello che apparteneva a tutti gli effetti al feudatario. Tale stato di cose
è chiaramente attestato da quattro capitoli degli statuti cittadini, menzionati
in un documento notarile del Seicento.