Storia

Bosa dalle origini all'Età Giudicale

l'area di bosa, con la foce del fiume temosua e la vallata circostante, fu abitata in epoca nuragica e poi colonizzata dai fenici. In seguito la città si sviluppò durante la colonizzazione romana e la successiva età giudicale

La zona di Bosa era abitata già in epoca nuragica, come dimostrato dai nuraghi di Zarra, Albaganes e Furru, nonché dalle piccole grotte funerarie presenti a Coroneddu, Badde Orca e Capitta. Gli abitanti di questa misteriosa civiltà erano attratti dalla foce del Temosua e dalla fertile vallata circostante. Successivamente nella zona approdarono i fenici, mercanti intraprendenti che stabilirono una colonia strategica lungo le rotte commerciali. La città viene citata in epoca classica dal celebre Plinio il Vecchio nella sua "Naturalis Historia”.

Nel 238 a.C. ebbe inizio l’epoca della dominazione romana in Sardegna; Bosa fu un municipio provvisto di un ordine di decurioni e un collegio di Quattuorviri. Un reperto notevole è la targa marmorea che celebra la dedica, da parte del magistrato Quintus Rutilius, di quattro statuette argentee raffiguranti Lucio Vero, Antonino Pio, Faustina e Marco Aurelio. 

Con il crollo dell’Impero, la Sardegna cadde sotto l’influenza bizantina. In questo periodo Bosa subì le ripetute incursioni degli arabi, ma questo non le impedì di assurgere a capoluogo della Curatoria di Planargia, nel Giudicato di Logudoro. L’importanza della città crebbe e alla metà dell’XI secolo si costruì la cattedrale che il vescovo Costantino de Castra decise di dedicare a San Pietro. Tra il 1112 e il 1121 sul colle di Serravalle venne edificato il castello dei Malaspina: la collina garantiva una facile difesa dalle sistematiche scorrerie dei pirati saraceni.

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