Arte, cultura e tradizioni

Le concerie di Bosa, esempio di archeologia industriale

le concerie di bosa si trovano in palazzine a due piani e per secoli furono un'eccellenza nella lavorazione di pelli. Chiuse negli anni sessanta, oggi ospitano un museo dove si può respirare l'atmosfera delle industrie di tanto tempo fa

Per i locali sono sempre state Sas Conzas, ma chi non ha familiarità con la lingua sarda le chiama semplicemente "Concerie di Bosa”: si tratta di uno dei maggiori siti di archeologia industriale della zona situato sulla riva sinistra del fiume Temo, non lontano dal Ponte Vecchio. Queste manifatture esistevano già all’epoca dell’antica Roma ma ebbero un vero e proprio boom tra Seicento e Ottocento, prima che la crisi conducesse alla sua chiusura negli anni sessanta del XX secolo.

Le concerie, sistemate in una serie di edifici a due piani dall’intonaco rosa e i tetti a capanna, si trovavano vicino al fiume perché l’acqua salmastra era funzionale alla lavorazione delle pelli. Il piano inferiore ospitava i vasconi in muratura dotati di canali di scolo, quello superiore i macchinari per la finitura. I prodotti, soprattutto suole e vacchette, erano di qualità sopraffina tanto da ottenere riconoscimenti anche all’Esposizione Nazionale di Torino del 1896.

Dopo decenni di abbandono, nel 1989 le concerie vennero dichiarate monumento nazionale e si decise di istituire il Museo delle Conce di Bosa. Qui, in una conceria settecentesca restaurata, i turisti respirano l’atmosfera delle industrie dei tempi passati e imparano tutto su questo settore artigianale grazie a foto e pannelli illustrativi. Per maggiori informazioni chiamare lo 0785 374258 o scrivere a info@bosaweb.it.

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